Morte a Roma

 

Fabrizio Cotognini

Progetto per l'Accademia Americana:

Penso a un libro aperto e ubiquo, da sfogliare e comporre nella penombra; un livre de chevet, letteralmente da capezzale, un libro d'artista, supporto scultoreo per pagine che accompagnino ogni sera in un tempo "onesto e suscettibile", tra il sonno, la veglia e l'ingresso nella memoria.Penso a un libro in uno spazio il cui perimetro sia la terra di confine tra pittura, scultura e scrittura. Un libro di ogni luogo che parte e arriva a Roma, un memento mori di architetture e monumenti, un taccuino di viaggio nei territori della cultura visiva del nostro tempo, che possa coniugare l'arcaico e l'attuale.Penso a un libro per meditare, tra forme colori, segni, parole, che contenga anche pagine bianche dinamiche, da condividere con chi, archeologo?, architetto?, flanuer del tempo?, voglia integrare percorsi della suggestione.Penso a un libro che potrebbe iniziare un ciclo di molti luoghi, ma che partirebbe dalla città-mondo, Roma, luogo ideale per un gioco di citazioni senza fine, per effettuare uno scavo nei sedimenti che la morte ha deposto su se stessa da secoli. Nella Roma dove crescono piccole piante nel mitreo interrato dieci metri sotto la basilica di San Clemente; nella Roma della porta alchemica del marchese di Palombara che non conduce più da nessuna parte ma, fra le immondizie, può essere attraversata solo da chi "sa ardere con l'acqua e lavarsi col fuoco"; nella Roma dove il neogotico cementizio della chiesa del Sacro Cuore custodisce oggetti marchiati dalle mani ardenti di anime del Purgatorio, nella Roma di "o Roma o morte", nella Roma de li mortacci tua, nella Roma dei geroglifici egizi e di Athanasius Kircher che si prendeva molto sul serio; nella Roma dove si quadrano i colossei.Penso a un libro su questo e molto altro, un libro col quale, tra ricordo, esplorazione, citazioni, macchinazioni, cinetismi, anamorfosi, proiezioni geometriche, attraverso il caos le cose riconoscano le loro affinità, e la creatività reinventi un'altra storia dell'arte.L’Accademia Americana è luogo di incontro e scambio che può costituire una la fertile piattaforma per dare corpo al mio progetto e spero una occasione di arricchimento per tutti quelli che professionalmente saranno coinvolti e contribuiranno nelle fasi della ricerca e della realizzazione.